Siamo tutte Elettra - Spettacolo teatrale

Quando: 05/10/2024 | 20:45 - 22:15

Dove: Sala Scicluna - via Martorelli 78 (interno cortile) - Torino


SALA SCICLUNA SENTIERI DEL SENTIRE – STAGIONE EVENTI ANNO 2024/25  PRESENTA:

 

SABATO 05 OTTOBRE 2024 | ORE 20:45

SIAMO TUTTE ELETTRA

TESTO E REGIA Mirella Berardino

Personaggi e interpreti in ordine di apparizione:

ELETTRA : Manuela Marascio

SUOR JUANA INES DE LA CRUZ: Luciana Sereno Regis

BEATRICE CENCI: Noemy Borreggine

ARTEMISIA GENTILESCHI: Roberta Lavarino

IPAZIA D’ALESSANDRIA: Gabriella Lupia

DEA EX MACHINA: Mirella Berardino

 

Nel lontano 1992 Mia Martini cantava con voce dolente “Sono stata anche io bambina di mio padre innamorata”. Siamo tutte Elettra nasce da li. Ed è lo stesso titolo che in modo perentorio introduce il concept dello spettacolo: Il rapporto col padre, scandagliato dal  punto di vista filiale e femminile: attraverso la storia di cinque donne,  che in qualche modo,  hanno avuto la loro esistenza condizionata dal rapporto con un padre ingombrante, ma anche amato. Per questo motivo è stato necessario partire dalle origini, dalla donna del mito innamorata del padre per antonomasia:  Elettra. E’ lei che istiga  Oreste il fratello ad uccidere la  madre Clitemnestra, per vendicare il padre e che, in questa versione, rivendica  la paternità dell’uccisione. E’ fiera che le Erinni la perseguitino, perché per lei è il riconoscimento di quello che considera un’azione eroica. Ma non solo. E’ il rapporto con la sorella Ifigenia che viene scandagliato.  E’ l’ invidia che la rode per l’evidente predilezione del padre verso la sorella, arrivando a rimproverare e a rinfacciare al padre Agamennone di non averla scelta per il sacrificio, lei che lo avrebbe affrontato a testa alta senza bisogno di pietose bugie di matrimonio;  Solo lei ne sarebbe stata degna, perchè lei è la vera erede e prosecuzione della stirpe degli Atridi.

Suor Juana Inez de la Cruz è una poetessa messicana molto poco conosciuta in occidente. Nelle sue poesia si rivive il dolore per l’abbandono del padre, avvenuto quando lei è ancora molto piccola. La sua  mente vivace e curiosa ha fame di erudizione, la famiglia e il modello educativo della madre la soffocano.  Così capisce  che solo ritirandosi  in convento può salvarsi e placare la sua ansia di conoscenza. Ma questa sua scelta, che la porta a rifiutare i migliori rampolli di Città del Messico, nasconde una speranza. Diventando famosa per le sue poesie e i suoi studi  immagina che il padre possa pentirsi dell’abbandono e, orgoglioso, tornare da lei. Evento che puntualmente non avviene. Quando viene a sapere che lui è morto senza neanche una parola nei suoi confronti,  per poter sopravvivere a questo secondo e definitivo abbandono decide di costruirsi nella sua mente un padre ideale che non la deluderà mai, che la amerà per quella che è. Lo  chiamerà Dio e a lui si abbandonerà poco prima di morire.

Con Beatrice Cenci ci addentriamo agli inferi. E’ forse la vicenda più conosciuta, anche grazie a Dumas che le dedicò un romanzo.

Beatrice viene violentata sistematicamente, fin dalla più giovane età,  dal padre Francesco, che le fa credere come i rapporti filiali siano questi ,  improntati alla violenza e al sesso.  Quando si renderà conto dell’ abiezione in cui è stata trascinata matura il desiderio di vendicarsi e di ucciderlo. Ma è paradossalmente dopo l’uccisione che incomincia il suo dramma. E’ una mescolanza di odio dolore, ma soprattutto mancanza del padre che la scuote.  La decapitazione decretata dal Papa, padre per antonomasia, arriverà come una liberazione.

La vicenda di Beatrice si intreccia con quella di Artemisia Gentileschi che a soli 6 anni, assiste alla decapitazione a Castel Sant’ angelo. Orazio Gentileschi considera la figlia una  cosa di sua proprietà e nonostante le abbia insegnato la tecnica pittorica, non le consente di affrancarsi dal suo stile. Ma Artemisia è una donna forte e ribelle e recide con un taglio netto il rapporto con lui. Sarà lui a cercarla per rivederla poco prima di morire, quando lei è diventata una pittrice affermata a livello europeo. In questo fuggevole incontro lei scorge, o immagina di scorgere,  finalmente negli occhi del padre un’approvazione e un riconoscimento che fino a quel momento era stato negato. Senza scambiarsi una parola si saluteranno definitivamente.

Infine Ipazia d’Alessandria, la più risolta. Quella che ha avuto un padre come vorremmo tutte,  che l’ha aiutata, istruita, educata ai valori della libertà, della tolleranza  e del rispetto. Ma  saranno proprio questi valori che la porteranno a non piegarsi di fronte ai continui soprusi di cui sono oggetto i pagani,  nel 400 d.c. ad  Alessandria d’ Egitto, in mano al vescovo cristiano Cirillo. Accetta  di andare incontro a una morte orribile, immolandosi in nome dei suoi principi libertari, quasi ad dare un senso e un riconoscimento al padre amato.

 

NOTE DI REGIA E’ stata introdotta sul palco una presenza fuori contesto,  che incoraggia, dirige, racconta, canta e vive con loro. Una dea ex machina che racchiude tutti i rapporti  in un unicum, proprio per significare che il rapporto con il proprio padre non è mai un amore lineare, spesso si aggroviglia nei meandri dell’animo.

Noi abbiamo tentato,  non di dipanarlo,  ma di portare alla luce e alla consapevolezza alcuni aspetti che lo compongono.

Proprio per questa urgenza nulla avverrà nei luoghi nascosti del dietro le quinte, l’oikos in questo dramma non c’è:  si sarà sempre in scena, tutte.

Contrariamente al detto i panni sporchi si lavano a casa propria, noi i nostri panni sporchi vogliamo lavarli e stenderli in scena, cercando il coinvolgimento, perché nessuno possa sentirsi assolto o esente dal groviglio dei rapporti familiari che ne scaturiscono.

La scena sarà trasversale a tutte le donne,  giocata, in massima parte, sui toni del bianco e del nero, a rappresentare uno spazio senza tempo proprio perché i rapporti familiari sono caratterizzati da questa sorta di coazione a ripetere nel tempo e nello spazio.

 

PER LE PRENOTAZIONI TELEFONARE O INVIARE UN WHATSAPP AL NUMERO DELLA COMPAGNIA IN SCENA CELL 335 5655035.

 

Contributo all’ingresso:

10€ adulti

7€ ragazzi a partire dai 12 anni

5€ bambini sino a 11 anni compiuti

Info e Contatti SALA SCICLUNA:

cell 347 4002314 | e-mail: salascicluna@libero.it

fb:https://www.facebook.com/SalaScicluna

instagram: https://www.instagram.com/sala_scicluna/

sito: https://www.nuovecosmogonieteatro.com/index.php/it/

 

SALA SCICLUNA, VIA R. MARTORELLI 78, 10155 TORINO – INTERNO CORTILE

Info stradali:
IN AUTO: In caso non si trovasse parcheggio nelle vie attigue si consiglia l’area mercatale di Via Nicola Porpora

IN BUS: linea 4 direzione Falchera, scendere a fermata Gottardo;
linea 51 direzione Park Stura, scendere a fermata Rondissone.

 

 

 

 

 

 

 

 


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