Quando: 22/11/2021 - 23/11/2021 | 19:00 - 21:00
Dove: Il Ponte Sulla Dora - Via Pisa 46 - Torino
La libreria il Ponte sulla Dora incontra due scrittori
LUNEDI’ 22 NOVEMBRE 2021
Luca Ricci presenta “Gli Invernali”. Con l’autore Marco Peano e Dario Voltolini.
Il terzo tassello della quadrilogia delle stagioni, “Gli Invernali” è un romanzo dal ritmo indiavolato, ricco di dialoghi fulminanti, capace di scavare nelle ragioni più profonde che muovono gli uomini e le donne.
Un editore rifiuta il romanzo di uno scrittore: niente di male, se editore e scrittore non fossero anche amici per la pelle e testimoni di nozze dei rispettivi matrimoni; un esordiente viene tenuto a battesimo da un importante e temuto critico letterario: tutto bene, se l’esordiente non si frequentasse con la ex moglie del critico; una scrittrice di romanzi rosa va a letto con il suo agente letterario: ammissibile, se scrittrice e agente non si incontrassero a colazione proprio con il marito di lei, un onesto lavoratore nel ramo della “fibra ottica” senza alcuna propensione per l’arte. E questo girotondo di personaggi che appartengono al famigerato quanto avventuroso mondo del terziario culturale non potrebbe andare in scena se non durante la “barzelletta seria” che è l’inverno romano. Un tempo li si sarebbe chiamati con ossequio “intellettuali”, oggi li guardiamo con tenerezza mentre tentano di sfangarla, tra idealismo e problemi pratici, tradimenti e atti di fede, illuminazioni e ottenebramenti. In una Roma incorniciata dalle finestre dei locali e delle case dentro cui si sverna, che “se non esistesse non andrebbe inventata”, si consuma un’impietosa schermaglia dialettica che riguarda le passioni, i sentimenti, gli affetti: la posta in gioco come sempre è la vita.
Un editore rifiuta il romanzo di uno scrittore: niente di male, se editore e scrittore non fossero anche amici per la pelle e testimoni di nozze dei rispettivi matrimoni; un esordiente viene tenuto a battesimo da un importante e temuto critico letterario: tutto bene, se l’esordiente non si frequentasse con la ex moglie del critico; una scrittrice di romanzi rosa va a letto con il suo agente letterario: ammissibile, se scrittrice e agente non si incontrassero a colazione proprio con il marito di lei, un onesto lavoratore nel ramo della “fibra ottica” senza alcuna propensione per l’arte. E questo girotondo di personaggi che appartengono al famigerato quanto avventuroso mondo del terziario culturale non potrebbe andare in scena se non durante la “barzelletta seria” che è l’inverno romano. Un tempo li si sarebbe chiamati con ossequio “intellettuali”, oggi li guardiamo con tenerezza mentre tentano di sfangarla, tra idealismo e problemi pratici, tradimenti e atti di fede, illuminazioni e ottenebramenti. In una Roma incorniciata dalle finestre dei locali e delle case dentro cui si sverna, che “se non esistesse non andrebbe inventata”, si consuma un’impietosa schermaglia dialettica che riguarda le passioni, i sentimenti, gli affetti: la posta in gioco come sempre è la vita.
MARTEDI 23 NOVEMBRE 2021
Bruno Ventavoli sarà in Libreria per parlare del suo romanzo “Seimila gradi di separazione”.
Un romanzo completamente diverso da qualsiasi altro. Una commedia all’italiana cattivissima e politicamente scorretta. Scritto dalla persona che in Italia probabilmente legge più recensioni di chiunque altro (è il direttore di TuttoLibri), potrebbe quindi copiare, ma non lo fa. Un piccolo, grande affresco della Padania horribilis ai nostri giorni.
Un romanzo completamente diverso da qualsiasi altro. Una commedia all’italiana cattivissima e politicamente scorretta. Scritto dalla persona che in Italia probabilmente legge più recensioni di chiunque altro (è il direttore di TuttoLibri), potrebbe quindi copiare, ma non lo fa. Un piccolo, grande affresco della Padania horribilis ai nostri giorni.
Seimila gradi di separazione è un libro per tutti e per nessuno. Innanzitutto trascura i preziosi strumenti narrativi dell’autofiction. L’autore non parla mai di se stesso. A differenza del 99,99 per cento della letteratura italiana di qualità trascura completamente l’Io. Non ci sono accenni né alla lotta di classe né ai tormenti esistenziali. E persino il prezioso aiuto della psicoanalisi è ridotto a pochi insignificanti passaggi. Seimila gradi di separazione manca nella maniera più completa di realismo. Gli editor non si sono arresi, hanno provato a cercare seppur minime corrispondenze dei personaggi, delle situazioni, dei nomi delle vie. Nulla! Non c’è alcun rapporto con la vita dell’autore. Tutto è inventato di sana pianta! (meglio ancora, di pianta malata). Insomma Seimila gradi di separazione è totalmente privo di autobiografismo. L’Io dell’autore non si trova nemmeno a cercarlo con il lanternino. Contiene invece tracce di glutine, di sesso estremo, di enigmi extraterrestri, di entomologia. E ti mette voglia di capire come tutto ’sto intrigo di personaggi andrà a finire. Insomma Seimila gradi di separazione è un libro imprescindibile. E che c’entra il titolo? Nel piccolo villaggio globale in cui crediamo di essere tutti connessi, anche quando perdiamo la connessione perché siamo passati a iliad per risparmiare, siamo in realtà separatissimi. Ci proviamo con i genitali, con whatsapp, con il veleno per scarafaggi, con le poesie di Ovidio, con una striscia di coca. Ma siamo soli come cani. O come pedine di backgammon abbandonate sulla spiaggia libera nella sabbia, tra le onde, la plastica, i pesci morti.
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