Turismo in Aurora, quartiere operaio e industriale di Torino. Scopri le sue attrattive sulla nostra sezione dedicata! https://www.vivoin.it/turismo/
I quartieri di Torino, molto spesso, sono definiti da confini “naturali” ben visibili: fiumi, grandi corsi, ferrovie, piazze, parchi… ma pensando al quartiere Aurora, molte persone non hanno presente i confini esatti di questo popoloso quartiere che ha fatto pezzi importanti della Storia sociale, culturale e industriale della città.
Di cosa parliamo quando diciamo “Aurora”?
Aurora è un quartiere della Circoscrizione 7, della città di Torino. Il suo territorio si trova tra corso Regina a Sud, corso Novara a Nord, corso Principe Oddone a Ovest e il fiume Dora a Est.
Pur non essendo molto esteso, il quartiere Include 3 rioni antichi: Borgo Dora, Borgo Rossini e Valdocco e poi tutta la zona Mercatale di Porta Palazzo.
Ed è proprio questo che crea confusione. Spesso i singoli borghi di Aurora sono più conosciuti del quartiere stesso e sono considerati come aree con la propria “identità”.
Un po’ di Storia di Aurora
Il nome del Quartiere deriva dal nome di una antica cascina, “Cascina l’Aurora”, che si trovava poco lontana dalle Mura della Città, appena passata la Dora in direzione Nord. La posizione approssimativa di quella casina è oggi all’angolo fra corso Giulio Cesare e corso Emilia.
“Quella che fu Cascina l’Aurora nel 1869 fu trasformato in opificio tessile e nel secolo successivo ospitò il Gruppo Finanziario Tessile (GFT).
Nel 1984 l’intero complesso, che attualmente ospita una grande palestra e diversi uffici, fu ridisegnato dal celebre architetto Aldo Rossi, e da allora è noto come “Casa Aurora”.” (1)
Situata fuori le mura, ma in prossimità, e lungo un fiume, la Dora, con la sua acqua abbondante e la forza della sua corrente, che fu utilizzata per molto tempo come forza motrice, vari laboratori, opifici e poi fabbrichette si insediarono nella zona, sin dall’antichità.
“Fino agli anni trenta del ‘900 il borgo risultava l’insediamento produttivo più importante della città.” (2)
Concerie, cartifici, industria tessile e altre varie industrie hanno animato la Storia operosa del quartiere, tra le quali, una delle più importanti era la fabbrica di armamenti, la “Regia Polveriera”, i cui edifici di mattoni rossi ospitano oggi il Sermig e il suo “Arsenale della Pace”
Vi operavano anche due setifici, costruiti alla fine del ‘600, considerati come le prime industrie del Regno sabaudo, di cui oggi non rimane traccia.
Il carattere industriale del quartiere lo rende naturalmente porto d’attracco per le ondate di mano d’opera migranti che arrivavano in Città, prima dalle campagne del Piemonte, poi da altre regioni del Nord e poi dal Sud Italia.
Negli anni 80 comincia il declino industriale della città. Le fabbriche di Aurora chiudono una dopo l’altra e anche la popolazione comincia a diminuire.
Questo svuotamento porta i quartieri Nord di Torino a fare da ricettacolo a l’ultima onda migratoria, quella proveniente dall’estero. A partire dalla fine degli anni 80, migliaia di cittadini stranieri, venuti a lavorare nell’edilizia, nella ristorazione, nei servizi e nella logistica trovano casa ad Aurora e in Barriera di Milano e altri quartieri popolari della città.
Aurora oggi
La fine dell’industria non ha decretato la fine del quartiere. Oggi Aurora rimane una delle zone più popolose della città. I vecchi residenti del quartiere sono invecchiati, molto spesso i figli se ne sono andati, facendo della popolazione nativa dei quartieri Nord, la più anziana della città. In compenso, la popolazione di origine immigrata, insediata ormai da più di 30 anni e che è arrivata in certi casi alla 3 generazione, ha il più alto tasso di giovani della città.
Il quartiere ha perso la sua vocazione industriale ma rimane attivo. Il mercato di Porta Palazzo e il Balon ritagliano la parte del leone nelle attività commerciali, ma altre parti del quartiere continuano a praticare commercio, artigianato e servizi vari…
Tra potenzialità e difficoltà
Aurora è considerata come una periferia anche se è ormai nel cuore della città metropolitana. La linea divisoria di Corso Regina, tra il Centro, il salotto buono della città e il quartiere Aurora sembra un confine tra due mondi diversi. Molti abitanti delle altre aree della Città non vanno mai oltre Corso Regina e non attraversano mai i quartieri Nord, se non in macchina per andare verso la Tangenziale o le autostrade. L’immaginario della città rappresenta i quartieri Nord come dei luoghi pericolosi, dove si viene rapinati, aggrediti e anche uccisi per un sì o per un no.
Invece non è proprio così. Aurora come gli altri quartieri Nord ha i suoi problemi. I più gravi si chiamano povertà, povertà educativa, ignoranza, disoccupazione… Abusi di alcol e altre sostanze. Ma non è una favela di Rio, e non è nemmeno un quartiere “problematico” delle metropoli del Sud Italia.
I problemi non sono gravissimi ma ci sono e sono numerosi, ma ci sono anche potenziali, Aurora è a due passi dal Centro città e il basso costo delle abitazioni sta portando molti giovani, giovani coppie di classe media (almeno culturalmente), artisti, artigiani, creativi…
In Aurora sono attive centinaia di realtà associative sociali e culturali che propongono un numero impressionante di iniziative e attività.
La prossimità del Campus Einaudi la rende appetibile per gli affitti agli studenti. E questo può essere una risorsa, ma anche un problema. La tentazione di farne un quartiere di studentati privati è grande e già comincia a realizzarsi. Una soluzione che, lo sappiamo per esperienza, porterebbe via case ai poveri per creare un’area abitata da una maggioranza di giovanissimi studenti i cui bisogni sono del tutto diversi rispetto a un quartiere abitato da famiglie. La trasformazione del quartiere da comunità a luogo di studentati, Bed and Breakfast, affitti brevi e movida permanente, sarebbe la fine della Storia di questo luogo povero ma importante della città.
Invece, la disponibilità delle fabbriche abbandonate e delle ex aree industriali, se sfruttata bene potrebbe portare alla creazione di molte attività innovative e portatrici di lavoro e di benessere… rilanciare la vita economica ma senza cambiare il carattere popolare e vivo del quartiere.
Ma per arrivare a questo, la città dovrebbe avere le idee chiare su quello che vuole fare da grande. E finora, la nostra città, le idee tanto chiare non sembra averle.
Luoghi di interesse:
- Porta Palazzo: Piazza della Repubblica, tutta l’area mercatale detta di Porta Palazzo, con la sua architettura novecentesca, la sua vita commerciale e sociale molto intensa. Il Mercato Centrale, la Porta Palatina…
- Borgo Dora e il Balòn: Il vecchio Borgo, con il suo mercato delle pulci “Il Balòn” del Sabato e il grande mercato di antiquariato /modernariato Gran Balòn che si svolge ogni seconda domenica del mese.
- il Santuario di Maria Ausiliatrice: Costruito nel 1868, il santuario fu voluto da Giovanni Bosco, del quale conserva le spoglie. In tutta la zona circostante si trovano le varie costruzioni e attività religiose e sociali, educative dei Salesiani.
- Cimitero di San Pietro in Vincoli: ex area cimiteriale, costruita nel 1777, diventata area ad uso culturale, ospitando associazioni, compagnie teatrali e festival di vario genere.
- Ex Arsenale militare: Il vecchio complesso industriale militare era una fabbrica di armi pesanti e di munizioni, composta da due parti, La Polveriera oggi convertita nell’Arsenale della Pace (del SERMIG), intorno al cortile del Maglio, e Il Vecchio Arsenale oggi occupato dalla Scuola Holden.
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Note:
(1) https://www.atlanteditorino.it/quartieri/Aurora.html
(2) idem
Approfondimenti:
- Quartiere Aurora sul sito Atlante Torino
- Quartiere Aurora su Wikipedia
- Balocco P., Aurora, Rossini, Regio Parco, Graphot Editrice, Torino 2013,
(*) La sezione “Luoghi Narrati” dove si raccontano i luoghi dei nostri quartieri: Storia, storie, ricordi e attualità. Com’erano, come sono. Come li ricordiamo e come vorremmo ricordarli domani.
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