Il quartiere Barriera di Milano si trova nella zona nord di Torino, ed è un quartiere ottocentesco sorto in conseguenza dello sviluppo industriale della capitale sabauda. Alcuni allievi del Liceo Einstein di Torino, indirizzo Scienze Umane, hanno partecipato nella primavera 2022 ad un progetto (PCTO Laboratorio con Testimoni del Territorio) di scoperta del territorio e delle sue emergenze attraverso la visita e la conoscenza di edifici, storie, associazioni e persone che sono presenti in questa zona di Torino.
Vi presentiamo i sei percorsi attraverso le strade di Barriera di Milano, con una mappa interrogabile e tutti i riferimenti. I percorsi, a piedi, hanno una durata di 2 ore circa.
Qui è possibile accedere ai percorsi PERCORSO 1 – PERCORSO 2 – PERCORSO 4 – PERCORSO 5 – PERCORSO 6
PERCORSO 3 VIVERE IN UN BORGO OPERAIO
In questo percorso verranno analizzati alcuni luoghi cardine del borgo operaio tra ottocento e novecento: i luoghi dello studio, del divertimento, dei servizi
Oratorio Michele Rua
Il percorso prende avvio in Via Alberto Virgilio di fronte alla parrocchia San Domenico Savio, la quale è stata fondata tra 1921/1922 su progetto dell’architetto salesiano Giulio Valotti e fa parte del complesso piu grande dell’oratorio Michele Rua. Quando il quartiere venne inglobato nella città di Torino, nel 1912, vi era un’enorme carenza di servizi e strade, la costruzione della chiesa, perciò, fu di utilità alle famiglie, in quanto divenne luogo di aggregazione dei bambini. Sempre più famiglie iniziarono ad abitare la zona per via del processo di industrializzazione del quartiere. La facciata della chiesa presenta mattoni a vista e decori in litocemento ( un materiale facilmente lavorabile, ad imitazione della pietra, caratteristico dello stile liberty), si riconoscono le influenze neogotiche e liberty; è particolarmente evidente lo stile floreale che alterna pietra e mattoni.
Si prosegue visitando l’oratorio salesiano Michele Rua basato sul modello pedagogico di Don Bosco e che offre molteplici attività per ragazzi e famiglie del luogo. L’oratorio fu fondato nel 1922 a seguito della cessione dei territori propri della marchesa Thaon di Revel. Successivamente venne consacrato e assunse il nome del primo successore di Don Bosco: Michele Rua. Nel 1958 la parrocchia venne intitolata San Domenico Savio; nel 1949 venne attivata la scuola di Avviamento Professionale che divenne, nel 1963, una scuola media. A partire dal 2008 comprende una scuola primaria e svolge annualmente attività di Estate Ragazzi registrando una presenza di circa 800 bambini e ragazzi. Tra le varie attività offerte dall’oratorio vi sono: 1) il laboratorio diurno, che consiste in un momento di socializzazione dei bambini in difficoltà di natura economica, sociale e educativa; 2) lo sportello amico click, un cui si sensibilizzano le persone con maggiori difficoltà nel campo digitale, tentando di rimuovere il divario tecnologico nelle varie fasce della società; 3) il progetto verso l’alto-verso l’altro, in cui si stimola l’inclusione sociale con attività di escursionismo e arrampicata in montagna.
In Via Brandizzo si trova il cine-teatro Monterosa, che fa sempre parte del complesso oratoriale. Consiste in una sala cinematografica e teatrale in cui si svolgono spettacoli di prosa e in cui vengono riprodotti film secondo due filoni: programmi del pomeriggio adatti a ragazzi e famiglie, cinema di qualità in tutti gli altri orari. Il teatro, di proprietà salesiana, dispone di una platea di trecento posti in sala, e di altri centoquarantaquattro in galleria. Il cinema viene inaugurato il 7 Marzo 1926 dall’architetto salesiano Giulio Valotti, nel 1936 arriva il cinema sonoro e nel 1937 il riscaldamento. Il teatro viene ampliato e terminato nel biennio ‘50-’51 con quattrocento posti in sala. Nel 1983, dopo il disastro del Cinema Statuto, la sala viene chiusa in attesa di ristrutturazioni e messe a norma. Infine nel 1994 il cinema riapre e prosegue la propria attività.
Studiare: la scuola Gabelli
Si giunge in Via Santhia, dove si trova la scuola elementare Aristide Gabelli, costruita negli anni ‘10 per venire incontro all’esigenza educativa del quartiere. Così come la chiesa San Domenico Savio, anche nella scuola Gabelli è stato impiegato il litocemento, utilizzato per i decori floreali della facciata: architrave con disegni liberi, girali vegetali, decorazioni floreali. All’interno si trovano ampi corridoi, alte vetrate, tre piani, ventinove aule, una palestra e un sontuoso cortile su cui le finestre si affacciano. All’ultimo piano del fabbricato vi è un museo scolastico.
La scuola Aristide Gabelli nel 2015 ha compiuto 100 anni e in tale occasione ha voluto creare un museo scolastico sia per disporre di un laboratorio attivo per le varie discipline, sia per rendere omaggio alla storia e all’identità della Gabelli che, fin dalla sua nascita, era dotata di un museo scolastico. Il museo espone il suo patrimonio storico e testimonia l’evoluzione didattica delle varie materie. Di interesse sono i giornalini scolastici prodotti dalla scuola negli anni Cinquanta e Sessanta. Si può osservare anche la ricostruzione dell’infermeria; l’angolo dedicato al disegno; gli attestati e alcuni apparecchi per le proiezioni luminose che raccontano aspetti della vita di questa scuola.
Vivere, abitare: Piazza Foroni
La visita prosegue in Piazza Foroni, importante luogo di mercato e testimone di un’ampia ondata di migrazione dalla provincia di Foggia (Cerignola) nel corso dello scorso secolo; tutt’oggi nel mercato è possibile trovare prodotti tipici pugliesi. Attorno alla piazza furono costruiti molti edifici popolari per andare in contro a questo fenomeno. Il più importante costruttore del luogo fu Luigi Grassi. Egli nasce a Bologna nel 1876 e lavora in cantieri edili e ferroviari. Nel 1903 comincia la propria attività di costruzione, realizzando alcune fabbriche della Borgata Monterosa di Barriera di Milano. In seguito prosegue la sua attività in Borgo Aurora e Vanchiglietta. Alla sua attività di costruttore affianca quella di filantropo di cui ricordiamo la sovvenzione per la costruzione della scuola materna di Bertolla dei primi anni ‘30. Prosegue la propria attività filantropica anche nel dopoguerra dando un grande contributo alla diffusione dell’istruzione nel quartiere. Grassi è tra i primi ad introdurre la tecnica edilizia del calcestruzzo armato: un materiale facile da lavorare che consentiva di realizzare un ampio numero di edifici in breve tempo. In trent’anni il costruttore bolognese realizza circa 1300 vani. Costruisce gli immobili con una intelaiatura in calcestruzzo armato e muri in cls armato prefabbricato e introduce i bagni all’interno delle abitazioni operaie. Questi ultimi, infatti, erano diffusi nei soli edifici borghesi mentre quelli operai disponevano di semplici “cessi” collocati alla fine dei ballatoi.
I servizi: i bagni pubblici
Il percorso si conclude ai bagni pubblici di Via Agliè, un luogo ora divenuto casa del quartiere e centro di varie associazioni culturali e sociali. (Le case del quartiere sono un progetto nato in collaborazione con la Città di Torino e sono diffure in otto zone della città – vedi sito specifico). I bagni hanno svolto nel periodo di popolamento del quartiere un ruolo fondamentale per coloro i quali non disponevano dei servizi igienici o in minime condizioni. Tale funzione si è mantenuta fino agli anni ‘80, quando vengono chiusi. Dopo circa vent’anni i bagni vengono riaperti nel 2006, con non pochi dubbi e preoccupazioni dei residenti del luogo, per offrire nuovamente il servizio di bagni e docce alle persone in fragilità abitativa. In realtà la riapertura dei bagni ha portato ad un rinnovamento del quartiere, anche grazie all’insediamento di varie associazioni al suo interno. Inoltre è offerta la possibilità di studiare, di aggregarsi e di socializzare. Si trovano un bar, il laboratorio Kukla Lab del marionettista Rasid Nikolic, uno spazio multifunzionale che ospita laboratori, concerti e rassegne teatrali e un cortile interno.
Ai bagni pubblici si è svolto l’incontro con Karim Metref di Vivoinbarriera/Vivoinaurora, un portale promosso dall’Associazione Piemondo Onlus che si propone di dare visibilità alle attività del quartiere, che altrimenti rimarrebbero sconosciute all’esterno della zona. Il progetto vuole essere uno strumento di scambio e condivisione di idee, informazioni, esperienze, e mezzi per rafforzare le azioni individuali e collettive, per evitare concorrenze e sovrapposizioni di eventi e iniziative. L’importanza di questo portale è data soprattutto dall’intento di “rivitalizzare” il quartiere e metterlo alla pari di altri per attività ludiche e culturali.
Da ultimo vi è stata la presentazione di Metro trail, un progetto che propone dei percorsi di collegamento tra la periferia e il centro di Torino che passano per vie alberate e parchi. Per quanto riguarda la Circoscrizione 6, Metrotrail ha previsto un percorso che consente di arrivare al centro cittadino attraversando il Parco dell’Arrivore costeggiando il fiume Po. Infine, superato il Parco della Colletta, si giunge alla Borgata Vanchiglia attraverso Corso Novara.
Testi dell’itinerario elaborati dagli allievi della 3a del Liceo Scienze Umane Einstein di Torino. Revisione arch. Daniela Re. Tutor Dott.ssa Barbara Bertola.