Il quartiere Barriera di Milano si trova nella zona nord di Torino, ed è un quartiere ottocentesco sorto in conseguenza dello sviluppo industriale della capitale sabauda. Alcuni allievi del Liceo Einstein di Torino, indirizzo Scienze Umane, hanno partecipato nella primavera 2022 ad un progetto (PCTO Laboratorio con Testimoni del Territorio) di scoperta del territorio e delle sue emergenze attraverso la visita e la conoscenza di edifici, storie, associazioni e persone che sono presenti in questa zona di Torino.
Vi presentiamo i sei percorsi attraverso le strade di Barriera di Milano, con una mappa interrogabile e tutti i riferimenti. I percorsi, a piedi, hanno una durata di 2 ore circa.
Qui è possibile accedere ai percorsi PERCORSO 1 – PERCORSO 2 – PERCORSO 3 – PERCORSO 4 – PERCORSO 5
PERCORSO 6 BARRIERA OGGI CON LE ASSOCIAZIONI E L’IMPEGNO SUL TERRITORIO
Il percorso si snoda tra Borgo Regio Parco e Barriera di Milano, incontrando una piccola rappresentanza delle molte associazioni che quotidianamente si spendono in vari progetti a favore dei cittadini.
Alma Mater, Almaterra e le lotte femministe
La prima tappa è in via Norberto Rosa, (Borgo regio Parco) sede dell’Alma Mater e dell’Ecomuseo urbano, edificio ampliato nel primo decennio del Novecento e adattato a molteplici usi. L’edificio venne usato come succursale del seminario arcivescovile, e nel 1929 venne acquistato dalla Cassa Nazionale Assicurazioni Sociali e e ristrutturato dall’ingegnere Lorenzini per essere usato come casa di maternità per le partorienti provenienti dall’estero. Negli anni ’50 il comune di Torino chiese la possibilità di utilizzare il luogo come succursale della scuola elementare Abba, cosa che avvenne per alcuni anni. Oggi è anche sede dell’associazione Almaterra, che anima il centro interculturale Alma Mater: un luogo di intermediazione tra donne e città, che offre servizi di consulenza e attività formative e culturali; in questo luogo è stato attivo per alcuni anni anche un bagno turco femminile: l’hammam. L’associazione Almaterra si occupa di tematiche importanti come il razzismo, l’identità di genere, il sessismo, la violenza fisica, psicologica economica, online, verbale e di strada. All’interno della sede vi è uno sportello indirizzare donne immigrate e non a vivere in società, viene insegnata la lingua italiana, c’è uno sportello di ascolto. Lo spazio Alma Mater, oltre alle donne immigrate, accoglie anche donne e persone transgender. . All’inizio questo luogo era pensato solo come ritrovo per le donne, ma in seguito le partecipanti si sono rese conto che il vero problema era collettivo, e di conseguenza hanno iniziato ad ampliare le loro attività, facendo così espandere l’associazione.
In seguito vi è stato un incontro Laura Scagliotti, una delle fondatrici dell’associazione Alma Mater. Laura ha parlato delle condizioni di lavoro femminili degli anni ’70, e di come il femminismo sia cambiato col passare degli anni. Laura Scagliotto racconta di aver lavorato a macchina nella FACIT, una fabbrica molto importante di abbigliamento composta per il 90% da donne. Allora le lavorarici non potevano alzare la testa dal banco di lavoro per la mole di lavoro che avevano da svolgere. Lavoravano a cottimo, e la paga era in funzione del tempo che esse impiegavano a svolgere la loro mansione. In quei tempi si applicava anche “la fogna”: ogni volta che la lavoratrice usciva dalla fabbrica, veniva tirata una corda che azionava un campanello; successivamente la lavoratrice doveva recarsi in una stanza in cui degli addetti la perquisivano per assicurasi che non venisse portato via nulla dal luogo di lavoro. Ha anche spiegato come si formarono clandestinamente gruppi di lavoratrici a cui si aggiunsero sempre più donne.Questo avvenne fino all’8 Marzo del 1990 quando grazie al sindacato CISL venne fondato l’Alma Mater.All’interno dell’Alma Mater è esposta una mostra preparata nel 2007 in occasione dell’inaugurazione della sede dell’Ecomuseo Urbano della Sesta circoscrizione, che ripercorre la storia degli utilizzi di questo edificio insieme alla storia del borgo Regio Parco nel quale si trova.
Il borgo Regio Parco, la reggia del Viboccone e la Manifattura Tabacchi
L’Alma Mater si trova nei pressi di via Regio Parco, chiamata così per la presenza di una reggia con parco chiamata Viboccone, costruita da Carlo Emanuele I nel 1580, quando decise di creare una residenza per lo svago, dotandola di ricche decorazioni ed affreschi. Nel 1640 e nel 1706, durante l’assedio francese il palazzo venne preso d’assalto e subì gravi danni.Nel 1778 al suo posto sorse stabilimento della Regia Fabbrica del Tabacco. Da qui nasce il nome “Manifattura Tabacchi”, una delle fabbriche più antiche e importanti di Torino, poi di proprietà dello stato. Nel 1996 la Manifattura Tabacchi di Torino cessò totalmente la propria attività. Nell’anno 2002 venne decisa una nuova destinazione d’uso (terziario e servizi), e fu sede per un periodo del centro di immatricolazione dell’Università di Torino. Ad oggi la sua trasformazione non è ancora avvenuta, ma ci sono alcune proposte per una sua riutilizzazione universitaria, che dovrebbero concretizzarsi in seguito al PNRR.
La chiesa di San Gaetano da Thiene
Nei pressi del borgo sorge la Chiesa di San Gaetano da Thiene, costruita da Gaetano Rimonda nel 1887.Una particolarità di questa chiesa è il lato in cui è rivolta la facciata: sembra infatti rivolta verso il nulla. Questo è dovuto al fatto che quando la chiesa è stata costruita si pensava che la città si sarebbe espansa proprio in quella direzione, anche se così non è stato. La facciata presenta motivi neogotici, con un rosone centrale e numerose decorazioni e sculture (come quella del Buon Pastore) e capitelli finto-medievali. Un’altra peculiare decorazione è costituita dai piattini di ceramica posti in facciata, tipici delle chiese romaniche, presi originariamente dalle moschee islamiche.
Associazione Arcobaleno
Il percorso è proseguito fino a Spazzi in Barriera, centro gestito all’associazione Arcobaleno in via Umberto Giordano. L’obiettivo di questa associazione fondata nel 1987 è quello di aiutare le persone con problemi psichiatrici ad integrarsi al meglio nella società. L’associazione ha in attivo diversi progetti, un gruppo di acsuisto collettivo, sportelli informativi, attività di pulizia collettiva degli spazi verdi antistanti al centro. È stato inoltre illustrato il concetto di “Bookcrossing”: un’iniziativa di distribuzione gratuita di libriche coinvolge 132 Paesi e che si pone l’obiettivo di trasformare il mondo in una biblioteca a cielo aperto. Proprio per questo l’associazione Arcobaleno ha all’attivo il progetto “Book in Barriera”, che raccoglie i libri che le persone regalano: questi libri vengono lasciati in tre punti del quartiere e possono essere presi liberamente. Ad ogni studente della classe è stato donato un libro del bookcrossing.
ACMOS nell’ex fabbrica CEAT
Come ultima tappa è stata visitata casa Acmos in via Leoncavallo 27, dell’associazione ACMOS, che ha sede in una parte della CEAT, ex-fabbrica dove si producevano pneumatici, fondata dalla famiglia Bruni Tedeschi. La fabbrica dopo essere stata abbandonata, è stata in parte riconvertita in biblioteca/centro circoscrizionale, in parte affidata al Gruppo Abele per servizi alle fasce fragili della popolazione.
Casa Acmos è una struttura nella quale vivono in comunità animatori e ospitanti. All’interno di tale struttura vi è un murales dedicato a due ragazze minorenni, dalle storie particolarmente toccanti: Rita Atria, vissuta fin dall’infanzia in una famiglia di mafiosi, che grazie alla figura di Borsellino, con coraggio riuscì a denunciare la Mafia ma poi si suicidò; e Tina Motoc, una ragazza rumena, obbligata ad entrare in un triste giro di prostituzione a Torino che le costerà la vita a soli 21 anni..
Queste due storie sono molto legate tra loro perché entrambe le protagoniste sono morte da sole, senza l’appoggio e l’aiuto di nessuno: infatti Rita si suicidò poco dopo la morte di Borsellino, mentre Tina venne uccisa, probabilmente da un suo cliente, e il suo corpo rimase in obitorio per un anno; entrambe storie particolarmente significative per Casa Acmos, poiché essa si occupa anche di dare la possibilità, a chiunque lo voglia, di poter vivere in comunità e non da solo.
Testi dell’itinerario elaborati dagli allievi della 3a del Liceo Scienze Umane Einstein di Torino. Revisione arch. Daniela Re. Tutor Dott.ssa Barbara Bertola.